Rumori intollerabili in condominio – Seconda Parte

La Corte di Cassazione, sulla base della C.T.U. rinnovata in appello: sottolineava come i rumori provenienti d...
Le cause più frequenti
Le liti in condominio riguardano molto spesso i rumori molesti, le spese, l’utilizzo delle parti comuni e il recupero delle quote dai morosi.
In quest’ultimo caso, in cui il condomino risulta moroso, anche se versa in una situazione di difficoltà (sia disoccupato, abbia una pensione minima, ecc…) vi è la possibilità di pignorare e vendere l’appartamento; solo al fisco è vietato toccare la prima casa (con un limite minimo di debito di 120mila euro).
La giurisprudenza, ritiene che neanche l’esistenza di un fondo patrimoniale è sufficiente ad impedire l’esecuzione forzata sull’immobile, trattandosi di una spesa necessaria ai bisogni della famiglia.
Il condomino che non è d’accordo con le delibere condominiali sulla ripartizione delle spese, non deve aspettare troppo tempo, arrivando addirittura al decreto ingiuntivo da parte del condominio per il mancato pagamento delle spese. La legge prevede un termine di 40 giorni per opporsi al decreto ingiuntivo, ma la giurisprudenza ha sottolineato che la contestazione non vale, se non è stata impugnata (entro 30 giorni) la decisione dell’assemblea.
Spesso nei condomini, si approva a maggioranza la costituzione di un fondo spese, per far fronte alle esigenze di cassa determinate dalle varie morosità.
Se rappresenta un anticipo delle quote che i proprietari dovranno pagare nei mesi successivi, allora non c’è problema, se si tratta di uno strumento per coprire i buchi di bilancio, invece, la giurisprudenza impone l’unanimità dei consensi, in quanto la legge prevede che alle spese condominiali si partecipa esclusivamente sulla base dei propri millesimi, e solo con il consenso di tutti, è possibile superare questo ostacolo.
Nonostante capiti spesso, non è possibile lasciare la bici o il motorino all’interno del portone condominiale, o metterlo in sicurezza nell’androne del palazzo. La legge consente di utilizzare le parti comuni dell’edificio a condizione che non se ne alteri la funzione; e di certo l’ingresso del palazzo non è un luogo di parcheggio.
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